Come tastierista dei Theatre ha contribuito alla rinascita del progressive in Italia, come solista ha dato vita a un album di ispirazione mitologica nel 2008. A quattro anni di distanza dal suo debutto

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“Momo”, con “Road to Damascus” Alessandro Farinella torna in pista raccogliendo idee, spunti e soluzioni già messi in campo nella band e nel primo lavoro, ma con una marcia in più.

Pur lavorando in solitaria, Farinella è stimolato dal plot epico e dal percorso obbligato di un concept: il risultato infatti è piacevole, per quanto in linea con una visione “ortodossa” del progressive, quello caratterizzato da rifiniture romantiche e da grandi scenari strumentali. Il modello sinfonico alla Genesis/ELP/Yes è rivisitato con maggior dinamismo rispetto al precedente album; Roberto Gualdi, Guido Block e Pietro Foi sono accompagnatori presenti, per niente anonimi, e consentono a Farinella di affrontare i suoi excursus raffinati e dirompenti.

Il progressive di Farinella non propone innovazioni nè proclama originalità: l’overture di “The Battle” cala l’ascoltatore in un panorama antico, la title-track non disdegna un riffone quadrato e rovente, “Valley of tears” si accosta ancora al new prog genesisiano, la mini-suite “The brave” è il miglior biglietto da visita dell’operazione, nella sua ampia unione di atmosfere e contrasti. Un pregio del nuovo album è che Farinella scrive per il gruppo, non per ambizioni da keyboard-wizard; peccato per le parti vocali poco incisive, componente debole del progetto.

“Road to Damascus” catturerà l’attenzione dei cultori new prog e di coloro che nel rock cercano anche narrazioni, leggende e agganci storici.

http://www.myspace.com/alessandrogfarinella

D.Z.