FOUR BOOKS IN THE GROUND
…quattro nuovi libri tra progressive italiano e dintorni…

La macchina editoriale sul progressive-rock – e in particolare sul microcosmo italiano – non conosce battute d’arresto negli ultimi tempi. Quattro testi hanno catturato la nostra attenzione poichè insieme, con diversi approcci e differenti tematiche, rappresentano un ampio e singolare punto di vista sulla stagione “aurea” del rock nostrano.

Due di questi hanno un taglio generalista che si rivelerà utile per i neofiti, in particolare il nuovissimo I 100 migliori dischi del progressive italiano (Tsunami Edizioni) di Mox Cristadoro. Benchè sia il classico libro-compilazione, che seleziona i 100 migliori album dalla A alla Z, è un contributo interessante: in primis è una sorta di esperimento della casa editrice Tsunami, particolarmente attenta al mondo del metal, in secundis un ottimo contributo da un autore molto noto come speaker radiofonico e batterista. Cristadoro è stato una voce storica di RockFM e attualmente colonna di Linea Rock: attento osservatore di culture rock, l’autore offre il suo punto di vista sul prog classico individuando e commentando i “suoi” 100 dischi. La letteratura sul prog indubbiamente non ha più bisogno di testi strutturati in questo modo, a meno che l’autore non proponga una lettura diversa: Mox infatti si muove tra il saggio e il romanzo-mémoire, mette in campo le sue conoscenze da collezionista ed esprime pareri talora eclatanti (il Biglietto per l’Inferno autore “probabilmente del miglior album rock mai pubblicato in Italia”). Gli lp selezionati sono gli evergreen, con qualche sorpresa positiva (ad es. l’ampio spazio dei Goblin, la giusta collocazione degli Osanna) e negativa (solo due lp per il Banco, l’inserimento di Verità nascoste delle Orme stride dinanzi all’assenza di Uomo di pezza). Testo consigliato a chi si sta avvicinando alla materia ma anche ai cultori che si nutrono di pareri difformi, di valutazioni nuove e non polverose.

La classificazione analitica alla Mox è solo una parte di Il libro del prog italiano, classico volume della collana bertoncelliana Bizarre di Giunti: titolo importante e “definitivo”, corredo iconografico accattivante, tre autori per tre linee di pensiero differenti. La parte più debole del testo è proprio quella finale, redatta da Michele Neri: “Maggiori e minori”, ovvero la rassegna di tutti i gruppi del prog italiano, disco per disco con pallini d’ordinanza. Anche qui vale quanto espresso per Cristadoro: Neri è probabilmente il più competente e preparato esperto discografico italiano (il suo straordinario lavoro su Lucio Battisti parla chiaro) e i suoi pareri sono sempre motivati e ragionati, ma il suo contributo sconta l’inserimento in un libro che si propone con uno spirito diverso. Nello specifico i suoi colleghi, John N. Martin per la prima parte (“Evoluzione della specie) e Sandro Neri per la seconda (“Lambro e i suoi fratelli), si soffermano su due aspetti cruciali per la comprensione del nostro prog, ovvero il legame con la politica e la contestazione, e la dimensione collettiva dei concerti e festival. Martin opta per una narrazione che non mai ha trovato il giusto spazio nella letteratura sul prog italiano: partendo dall’assunto che il prog è fenomeno sociale figlio dell’onda lunga del ’68, egli sviluppa il proprio intervento – anno per anno dal 1967 – individuando i punti di connessione tra controcultura e musica, tra il patrimonio dell’Orda d’oro (“l’ondata rivoluzionaria e creativa, politica ed esistenziale” cara a Balestrini e Moroni) e la fioritura del nuovo rock tricolore. E’ un campo nel quale egli si muove con passione e competenza, tanto da rivelarsi molto utile nella lettura sulla fine del prog: la “fine dell’ideologia della festa” e la frammentazione del movimento contribuirono al riflusso e alla scomparsa di un fervore artistico senza eguali. Neri si inserisce in questo ampio scenario raccontando le piccole e grandi Woodstock nostrane: dalla calda notte zeppeliniana al Vigorelli al Parco Lambro, il giornalista illustra dinamiche e connessioni di una stagione che, ancor prima che discografica, è stata giovanile, liberatoria, creativa.

In questo filone è ancora più prezioso il nuovo libro scritto da un inedito duo: Franz Di Cioccio e Francesco Schianchi con Libro Lambro. I festival giovanili (Aereostella). Balza subito all’attenzione del lettore la scelta (felice e intrigante) del dialogo: il batterista della PFM, attento conoscitore del mondo del rock italiano, e l’intellettuale creativo, organizzatore del Parco Lambro, hanno optato per una lunga e fluida conversazione, con le idee-forza della creatività, della liberazione da “lacci e lacciuoli” borghesi, della ricerca di un’autonomia culturale dai modelli angloamericani anche nel modulo del rock festival. Inevitabilmente celebrativo ma senza trionfalismi, Libro Lambro ripercorre una storia irripetibile perchè figlia di ambizioni e idealità tipiche di un’epoca: nuove soggettività politiche, nuove espressioni musicali, il progressive come colonna sonora della contestazione e come allegoria di una tensione nuova fatta di sogno e prassi, di immaginazione e nuove egemonie. Piacevole e per certi versi sorprendente.

Dal generale al particolare, dalla storia del nostro rock alla biografia di uno dei suoi protagonisti: Aldo Tagliapietra. Dopo la separazione dalle Orme, il suo fondatore sta vivendo una rinnovata giovinezza artistica, che trova in Le mie verità nascoste (Arcana) una sorta di grande riepilogo e di momento di snodo e riflessione. Raccolte dai giornalisti Omero Pesenti e Gianpaolo Saccomano, con la figlia Gloria Tagliapietra, le memorie di Aldo rievocano un passato antico, quello di una Venezia e di una Murano lontanissime e scomparse all’indomani della rivoluzione rock ‘n’ roll. Aldo ripercorre la sua infanzia, certi gesti dettati da remote ritualità, la scoperta della musica e la grande avventura delle Orme, fino ad oggi: se da una parte questo libro rivela tanti aneddoti relativi al gruppo (la sua fondazione, il celebre “quadernetto” con le canzoni scritte da Aldo, l’esperienza in studio, i concerti e i rapporti con l’estero, la recente rottura con Michi), dall’altra è l’occasione per conoscere gli spazi privati dell’artista (famiglia, figli, l’India, le speranze attuali).

D.Z.