La Rua Catalana è un ensemble beneventano nato a Napoli: mai come questa volta origini geografiche e luogo di fondazione hanno influito nella maturazione del linguaggio. Se da una parte il giovanissimo sestetto è partito da un suono intimista ed elaborato (con un approccio ambizioso tipico di tante formazioni di provincia), dall’altra ha inevitabilmente assorbito la musicalità mediterranea e cosmopolita di una capitale del Sud.

Il risultato emerge da questo esordio che in cinque brani amalgama folk e jazz-rock, canzone d’autore e un’ispirazione progressive di fondo che si estende al concept generale. Tornando al riferimento “localistico”, la Rua ha il pregio di non cadere nelle trappole del parlarsi addosso caro al provincialismo, ma anche all’estrema autoreferenzialità di quella fusion che a Napoli – caso più unico che raro in Italia – trova ancora spazio.

Il principale difetto è che la band spesso si perde e non lascia intravedere la sua personalità. E’ quella del folk-rock corale, incalzante e assai melodico della title-track e di “Note in città”? Del prog-rock pungente di “Vico Corrieri”? O quella di ampie scelte strumentali, affidate a flauto traverso, violino e piano elettrico? E’ il caso dei percorsi jazz-rock di “Trentalance” e “Walk the chick”, dalle venature etniche e festose tipiche di esperienze di metà Seventies come quella di Toni Esposito.

Consiglio ai ragazzi di mettere meglio a fuoco la connessione tra diversi linguaggi, partendo proprio dalle buone intuizioni di questo debutto.

http://www.myspace.com/laruacatalana

D.Z.