Nel corso degli ultimi anni la Moonjune ha assunto un ruolo guida nel panorama internazionale, diventando l’etichetta leader nel campo del rock-jazz, sia quello più vicino all’esperienza di Canterbury e a certo progressive, sia all’avant-rock legato ad esperienze improvvisative. Merito indubbiamente della tenacia e della capacità del patron Leonardo Pavkovic, ma soprattutto della caratura della scuderia.

Machine Mass Trio è un altro bel colpo messo a segno da Pavkovic dopo la scoperta dei Marbin, il bel ritorno dei Moraine, la conferma di Boris Savoldelli. Michel Delville è una figura nota nel mondo del progressive-jazz grazie all’operato dei suoi Wrong Object, Jordi Grognard è un giovanissimo fiatista belga-spagnolo, Tony Bianco un batterista di spicco che abbiamo già visto all’azione con i DouBt. Proprio al rock-jazz affrontato da questo trio si collegano i MMT, che però a certi bruschi sviluppi chitarristici contrappone un approccio scorrevole, con un buon apporto di fiati, vicino alle atmosfere ipnotiche e oracolari care sia al Miles elettrico che ai Soft Machine.

Figlio dell’urgenza della jam, della libertà dell’improvvisazione e della sicurezza di un interplay rilassato, “As real as thinking” non brilla per novità eclatanti ma per un lotto di pezzi piacevoli, con senso e direzione. E’ il caso di “Cuckoo” ma anche della fiammante “Let go”, dell’attesa coltraniana di “Khajurao”, dell’insistente funk di “Hero” e della lunga ted hendrixiana tensione di “Falling up”.

Un buon lavoro per un trio gradevole, non straordinario ma capace di suscitare momenti di notevole interesse.

http://www.moonjune.com

D.Z.