Se è vero che la fenice risorge dalle proprie ceneri, da una band con questo nome non ci si può non attendere una rinascita. Con la sigla Pheonix Again si fa risentire una delle più misconoscuite ma seminali formazioni del new progressive italiano. I Phoenix nacquero a Brescia nel 1981, in un periodo difficile per il rock italiano: mentre in Inghilterra cominciano a muoversi i padrini del new prog come Marillion, Twelfth Night e IQ, in Italia PFM, Banco e Orme veleggiano verso una semplificazione e ancora non emergono degni successori.

Il chitarrista Claudio Lorandi, dopo l’esperienza con il Gruppo Studio Alternativo, fonda i Phoenix con i fratelli Sergio e Antonio e il batterista Silvano Silva. La loro attività prosegue fino al 1998 – nel 1991 esce il primo disco “Alchimie” – ma, con la morte di Lorandi nel 2007, i tre decidono di omaggiare il fondatore recuperando vecchie composizioni comprendenti le parti di chitarra già registrate dal fondatore e legate idealmente alle sue tele riportate anche nel libretto.

“ThreeFour” è ua sorta di nuovo “Picture at an exhibition”, una passeggiata tra quadri e ricordi, tra dipinti e sensazioni malinconiche o accese, ben evocate da un prog-rock strumentale legato a doppio filo sia alla cultura acustica che alla liquidità floydiana. Il taglio è nettamente chitarristico e fluido (vedi “Eppur si muove”, “Lindberg”), in linea con l’approccio new progressive degli anni ’80; non manca qualche svisata in direzione anni ’70 (la pungente “Spring”, “Cianuro puro”), persino funky-fusion (“Autumn”).

Il disco risente molto dell’eterogeneità stilistica e cronologica dei brani, a volte scialbi e poco incisivi, ma in generale i Phoenix avevano buone idee che meriterebbero un rigoroso aggiornamento. Speriamo che anche senza Lorandi la band possa tornare in pista con nuovo materiale.

http://www.myspace.com/phoenixagain

D.Z.