“Asymmetrical dance music”. Considerata l’ambiziosa geometria dei brani, il gioco bizzarro ma rigoroso di linee, curve e strati sonori, infine la “scientifica” varietà di rumori che dà il titolo all’opera, sembra strano che Samuel Hallkvist abbia usato come parola d’ordine per il suo nuovo disco il concetto di dance asimmetrica. Ma a ben guardare, scrutando con maggiore attenzione nomi ispiratori e influenze di riferimento, l’orientamento del poliedrico chitarrista svedese risulta ben chiaro.

Partendo da un amore incondizionato per i King Crimson della gloriosa line-up 81-84, accostandovi anche la gioiosa macchina da guerra della League Of Gentlemen di frippiana memoria, Hallkvist lavora proprio nella direzione di un art-rock robotico insaporito di fusion, funk, elettronica, minimalismo e progressive, che trova perfetta espressione in questo “Variety of loud”. Forte di una band affiatata e dei contributi offerti dallo special guest Pat Mastelotto, Samuel ha sviluppato un songwriting imprevedibile e aperto alle intrusioni dei suoi compagni di viaggio: in pezzi come “Kill the road”, “Body avalanche” e “Ain’t renegade” sfila un camaleontico abbraccio tra Weather Report e John Zorn, Zappa, Reich, sfoghi country-blues e crimsonismi vari.

Agli scenari lussureggianti cari ai colleghi Isildurs Bane, il chitarrista preferisce tratti marcati e secchi, inoltre l’alternanza tra scorci meditativi, minacciose sarabande e esperienze iterative (vedi la sequenza “Swarm robotics”, “Radio waits for no one” e “The maraca triplets”) garantisce varietà e differenti piani sonori. Un intrigante secondo album per un ispirato sperimentatore.

http://www.samuelhallkvist.com

 

D.Z.