Quando è stata annunciata la partecipazione degli StereoKimono alla seconda Prog Exhibition lo scorso novembre, gli amanti di questa band hanno sperato sempre di più in un ritorno in studio dopo nove anni di assenza. Puntualissima la nuova pubblicazione, questo “Intergalactic Art Café” che conferma non solo il buon rapporto con la Immaginifica di Franz Di Cioccio, ma anche la continuità con il “rock psicofonico obliquo” inventato ormai più di quindici anni fa.

E’ proprio la continuità una buona chiave di lettura dell’operazione. “Intergalactic Art Café” non è migliore o più ispirato dei precedenti “Ki” (2000) e “Prismosfera” (2003): il terzo disco del trio bolognese va letto proprio come completamento di un percorso poco denso di contributi discografici ma fitto di idee e soluzioni per un prog italiano ancora in bilico tra la difesa della tradizione e lo slancio creativo. Certo per gli SK il riferimento King Crimson – con addentellati vari – è prevalente ma non equivale ad adesione acritica, bensì a modello di partenza al quale agganciare scrittura e improvvisazione, espansioni sonore, giochi di dinamiche ed echi di Tuxedomoon e Djam Karet (“Space surfer” su tutti).

“Intergalactic Art Café” è un gran bel disco: presentato, illustrato e “avvolto” dalle immagini di Elena Cuscini, ancora una volta propone un art-rock fantasioso e ideale rampa di lancio per mondi paralleli o “non luoghi”, come sottolineato dal trio. Una marcia in più è conferita dagli ospiti: Raffaello Regoli e Dario Antonetti, ad esempio, non sono uno specchietto per le allodole ma contribuiscono con personalità a costruire un sound di frontiera che trova nella mini-suite “Rebus” un ponte tra il lascito stratosiano e nuove possibilità per il rock nostrano.

Minacciosi in “Fuga da Algon”, travolgenti in “Zona d’ombra”, gonghiani in “The gnome on the moon”, gli StereoKimono convincono per un progetto che sa essere liquido e pungente, rarefatto e incalzante, anche se talvolta i campi lunghi perdono in pregnanza e direzione. Quando il trio si dilata e conquista.

http://www.stereokimono.com

D.z.