Se ho vinto se ho perso. Parlami ancora. Città invisibili. Tre album. Tre dischi. E quando dico dischi intendo 33 giri: copertinona, vinile, nero, tondo, puntina, solco, fruscio, erezione, orgasmone, relax. Gira la facciata e ripeti. Nativi digitali fottetevi. Tre dischi dei Kina, non so se mi spiego. Oggi pomeriggio avevo una voglia matta di ascoltarli: avrei sacrificato volentieri un paio d'ore di sana lettura pomeridiana per sottopormi al rito sonoro nel mio invalicabile tempio elettrico. Niente da fare: tra i Killing Joke e i King Crimson non c'è nulla. Lampo di memoria: poco tempo fa mio fratello prese i tre lp. Cazzo.

Peggio di un coito interrotto: interrompere un pio e assatanato desiderio è pura malvagità. Mio fratello dirà che i dischi erano suoi, che li ha presi in prestito, che io non li ascolto mai etc. etc. Poche balle: oggi avevo proprio voglia di tuffarmi nell'oceano pece e groove del vinile. E ora mi sfogo con voi, amati lettori. Proprio come faceva il santo e zozzonissimo (santo proprio perchè zozzo e puzzone) Lester Bangs: “E' a voi che mi abbandono, a voi che leggete questo scritto. Non c'è quasi nulla di cui mi importi, ma so che con voi sono sempre in buone mani”.

A voi posso dirlo: le alternative al vinile mi irritano. Potrei cercare su YouTube ma sarebbe una sconfitta: la logica del juke-box usa e getta è proprio il contrario di ciò che mi fa godere della musica, l'approfondimento, l'ascolto calmo, lo spulciare tra le note di copertina, l'assaporare per bene sfumature e assonanze. Figuriamoci gli mp3: sì, li ascolto anche io, quando viaggio dovrò pure bombardarmi le orecchie in qualche modo. Ma l'ascolto è altro. E' come un bel libro, seduto spaparanzato sul divano a gambe spalancante o sdraiato sul letto a tarda sera, quando il traffico è cessato, le tv sono in lontananza, non senti più nulla e ti tuffi tra le pagine con l'acquolina in bocca e i piedi incrociati. E non è feticismo, ma preziosa memoria: ad esempio Parlami ancora fu oggetto di una transazione decisamente iniqua, lo ottenni dando in cambio una misera cassetta degli Stranglers, ricordo che il baratto avvenne a San Nazzaro ma non riesco a rammentare chi fu l'artefice della trattativa. Testimoni oculari help me.

A proposito, qualcuno dei miei lettori progressive potrebbe chiedersi “Ma come, Zoppo ascolta punk?”: certo, spesso e volentieri. Con una precisazione, sia chiaro: roba tipo Green Day et similia potrei utilizzarli al massimo come purgante. I Kina erano un'altra cosa. Stonati come campane, approssimativi come studentelli due ore dopo aver comprato la chitarra, ma che cuore, che energia, che passione. Quella bruciante onestà l'ho cercata anche altrove, in Negazione, Indigesti e Ifix Tcen Tcen, navigando nell'underground italiano dell'epoca tra Paul Chain e Vanexa, tra Trombe di Falloppio (mitici!) e Nuova Era, trovandola soprattutto nel circuito della Blu Bus. E in September degli Eversor (il cd ce l'ho ancora io, tiè!).

Se ripenso a quei tempi di scoperte, di bellezza annusata da lontano e di crescita solitaria mi commuovo. E ripenso ai Kina, all'intensità di quella loro canzone…
“Questi anni stan correndo via
come macchine impazzite li senti arrivare.
Ti volti e son già lontani
ti chiedi cosa é successo…”