Mi piacciono gli artisti che hanno molto da dire, che affidano al disco un microcosmo oceanico, dove superate parole e musica si apre un mondo e le note scorrono lontane, con vita propria. Evasio Muraro (ricordate i Settore Out?) è uno di questi: basta solo maneggiare Scontro tempo (Vololibero) e addentrarsi tra immagini e testi per trovarsi di fronte a un’idea di arte e vita, più che di musica. Quest’ultima è schietta, immediata, folk-rock senza fronzoli e sbrodolamenti, con i pregi e i difetti del genere: West Coast che guarda al Sud Europa, rock song che simpatizza per diversivi e alterna temi civili e intimismo. Produce Chris Eckman ed è interessante vederlo all’opera al di fuori del desert blues che scova in Glitterbeat. Prevedibile ma onesto.
www.evasiomuraro.com

Intermezzo radicale e arcigno. Mare Tranquillitatis (Twelve Records) è il ritorno dei Santo Niente minacciosi, da amare o odiare, prendere o lasciare: a otto anni di distanza dal precedente, un album che – proprio come Le canzoni della notte e della controra, il recente solista del demiurgo Umberto Palazzo – provoca, rompe e ridefinisce. Se l’album di Palazzo scarnificava e rilanciava un certo modo di fare canzone d’autore, Mare Tranquillitatis ribadisce che, quando vuole ed è ispirato, il rock italiano sa competere con quello straniero: riff e dilatazioni, drive martellanti e flussi di coscienza, vignette fangose e grottesche che la band, con disinvoltura e credibilità, sposta tra sludge e kraut rock. Art-rock lirico e terroso, allucinato e respingente: carismatico.
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In principio era il blues. E a una certa ora della notte, quando sono in radio e sento che manca qualcosa di sostanzioso, faccio appello alla malefica divinità del Crocicchio e sparo il blues del momento. Qualche sera fa i Bluecacao mi hanno salvato mezza puntata: perchè Brainstorm (Indeleble Blues Records) è un signor disco blues. E dire che in principio c’erano anche i Cacao, adorati joker della Milano di fine anni ’70, tra XTC e Talking Heads con ritmo e groove. E anche un pizzico di blues che torna in questo album febbrile e dinamico, che alterna pezzi in proprio e classiconi intramontabili (dai Fab Four in dodici battute di Can’t buy me love a Stormy Monday), con il carisma vocale di Vissia Trovato, i fiati presenti e incisivi di Dario Guidotti e una band che sa essere gentile alla Robert Cray e viscerale alla John Campbell. Deep in the blue.
www.bluecacao.it

D.Z.