“Sotto il ponte scorre l’acqua, sempre acqua è”.
“Così vanno le cose, così devono andare”.
Sono versi storici, il primo tratto da Desaparecido dei Litfiba, il brano che diede il titolo al loro album d’esordio; il secondo da Fuochi nella notte, che chiuse Ko De Mondo dei CSI. Versi che hanno qualcosa di sottile in comune, una sorta di quieta e forse anche rassegnata accettazione dell’esistente, che nel primo caso derivava dal ricordo della nonna di Piero Pelù – la visione disillusa di una donna anziana, d’altri tempi – e nel secondo dal conservatorismo mistico e montano di Giovanni Lindo Ferretti.
Queste canzoni mi hanno accompagnato nella giovinezza e nell’età adulta, a loro modo mi hanno anche formato, ma non sono mai diventato fan dei due gruppi. Il fanatismo è adesione acritica, identificazione opaca e scura; come il contemporaneo secondo Giorgio Agamben, per definizione intempestivo, che grazie alla sfasatura riceve in viso il fascio di tenebre che proviene dal suo tempo. Ecco perché mi ha rallegrato il pensiero di Silvia Ravenda di Rock Nation, che ha sottolineato, per entrambi i miei libri, che si tratta di una “mappa lucida” e di una “indagine lucida”.
Una buona lettura, tra piogge di luce e fuochi nella notte.






