Abbiamo paura dei bambini, sono il metro del nostro sfacelo, diceva Brian Aldiss.
Dopo una tre giorni intensiva con le mie figlie addosso, ieri ho visto The Kids Are Alright degli Who. Visto che Keith Moon si placava col tranquillante per cavalli, mi è sembrato un felice circolo virtuoso rilassarmi con la sua musica.
Il torpore però non è arrivato, non solo per le due bombe registrate agli Shepperton – Pete Townshend e i suoi fantastici pantaloni bianchi a zompafuosso che saltella elettrico senza posa – ma anche per le connessioni che attivano circuiti visionari. Da Won’t Get Fooled Again si parte per riflessioni, appunti, ricordi e desideri.
Stava finendo un’epoca in quel 1978. Keith Moon sarebbe morto di lì a poco. L’infanzia del rock ci stava salutando. E per tornare ad Aldiss, quando l’infanzia muore, i suoi cadaveri vengono chiamati adulti ed entrano in società. Uno dei nomi più garbati per definire l’inferno.