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Quando si scrive a Pomaia… su Ko de mondo

Agatha Christie scrisse l’Assassinio sull’Orient Express nella camera 411 del Pera Palace Hotel a Istanbul. Piero Chiara si alzava dalla scrivania e si affacciava alla finestra del suo studio di Varese: per scrivere doveva sentire il brusio dei camminanti in strada. Robert Walser chiamava il suo angusto scrittoio la stanza

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Da Raffaele Crovi ai CSI: Appennino

– Giovanni, salendo al Cerreto l’abbiamo vista proprio bene… – Cosa? – La Pietra di Bismantova! – Hai visto che bella? Sembra un altare. Alcuni ci vedono il profilo di una nave, per gli inarrestabili dell’arrampicata è una via verticale da sfidare, per i geometri una imponente figura trapezoidale. Per

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Gli Ottanta di Luca Pollini: un’intervista su Jam

Estate acquese. Eravamo seduti davanti casa di mia nonna. Uno scalino caldo, le chiacchiere di mia mamma con amiche e parenti di varie età, serata ferragostana. Avevo comprato un gelato al Bar Latteria Rita, proprio di fronte. Da lì arrivava una canzone: non sapevo ancora che si potesse chiamare swing,

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Filippo Graziani canta Ivan: un report su Jam

Ma quanto era rock? E quante chitarre! Che bello lo stupore post concerto, soprattutto quando il merito è di grandi canzoni suonate da una grande band con tante chitarre. I commenti captati ieri sera dopo il concertone di Filippo Graziani erano grosso modo questi, now my two cents su Jam.

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Battiato l’alieno: sabato 9 marzo Iocisto

“Vorrei tornare indietro nella mia casa d’origine dove vivevo prima di arrivare qui sulla Terra” Stasera avrei dovuto partecipare come moderatore alla presentazione di Battiato l’alieno, il nuovo libro di Maurizio Di Bona e Alessio Cantarella. Purtroppo problemi logistici mi impediscono di raggiungere Napoli e mi dispiace molto. Avevo letteralmente

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La ricostruzione sistematica di Battiato: un’intervista su Jam

In un periodo dell’Era della Non-Consapevolezza, mi ritrovai a studiare giurisprudenza. Ricordo con piacere Teoria dell’interpretazione, uno dei primi esami, perchè il testo era un affarino di poco più di cento pagine così diverso da quei tomi ottocenteschi che sapevano di statue, di polvere e immobilità perenne. Era La lettera

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