Che tipo tosto era Pierangelo. Angelo anzi, entriamo subito in confidenza, come amava fare lui. Poche balle, idee ferme e decise, sigaretta, chitarra e dritto al cuore, senza fronzoli. Pensare ad Angelo riporta immediatamente a un'altra Italia, “Italia nera sotto la bandiera vecchia vivandiera te ne sbatti di noi”, quella che cantò vent'anni fa, Italia d'oro a Sanremo, straordinario e ancora oggi toccante j'accuse. Un'Italia in cui la canzone, anche (soprattutto?) quella ideologica, barricadera e militante, aveva un senso e una direzione, a differenza del marasma indifferenziato di oggi.

Con i suoi 17 libri, Mario Bonanno è tra i principali testimoni e divulgatori di “quelle” canzoni, di quell'Italia e di quei piccoli grandi eroi come Pierangelo Bertoli. Solo Bonanno poteva raccontarne vita e opere, per diversi motivi. Egli è saggista lontano dalle conventicole e dai siparietti di Facebook, concentrato sullo studio e su percorsi realmente “alternativi” (dall'analisi degli anni '80 nella nostra canzone alla riscoperta di Stefano Rosso). Proprio il suo essere defilato, “provinciale” in senso buono (sarà per la sua residenza isolana), gli ha consentito di costruire solidi rapporti di fiducia.

Proprio grazie a questi Bonanno ha concepito e sviluppato Rosso è il colore dell'amore come un racconto corale, un affresco di ricordi, aneddoti e valutazioni provenienti da coloro che sono stati vicini al cantautore di Sassuolo. Da Caterina Caselli, che ha avuto il grande merito di scoprirlo e sostenerlo, al figlio Alberto, dallo storico sparring partner Marco Dieci a nomi come Curreri, Manfredi, Cavallo e Tanica. Intorno alle canzoni di Angelo, a classici come A muso duro, Eppure soffia e Spunta la luna dal monte, è allegato anche un DVD risalente al tour di Italia d'oro. Angelo sarebbe scomparso esattamente dieci anni dopo.

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D.Z.

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