Mezzo milione di scintille e la musica che gira intorno.

Una scrittrice per cui nutro grande ammirazione mi ha chiesto di scrivere la prefazione per il suo nuovo libro.
Considerato che si tratta di un’autrice che stimo, che impazzisco per l’editore che pubblicherà il testo, che insieme a me è coinvolto uno dei più amati cantautori italiani e che si parla di quel famoso festivalone rock col fango e l’inno americano stravolto dalla chitarra elettrica, ci sono tutti gli elementi per farmi svolazzare sulla nuvoletta della gioia.

 

Mi piace tanto firmare prefazioni. È divertente. Ne ho scritte tante, da quelle istituzionali per il filosofo del pop Claudio Sottocornola a quella oracolare per Marco Olivotto. A volte mi sono pure tolto lo sfizio di cazzeggiare ai danni dell’autore, come accaduto con Francesco Brusco per il suo 68 dei Beatles o Paolo Tocco per la sua narrazione tra provincia e folksong.

 

Non vedo l’ora che mi si chieda una postfazione. A volte quando le situazioni le prendi da dietro ci si spassa ancora di più.