Prima della recente presentazione del nuovo libro di Michelangelo Iossa, ho riletto con gioia – quella fatta di voracità, soddisfazione e ancora fame – le due storiche interviste a John e Yoko, che fungono da veri e propri poli narrativi di una lunga storia. Due punti di riferimento lontani ma complementari.

Lennon Remembers uscì nel novembre 1971 a cura di Jann Wenner di Rolling Stone; sul magazine fu pubblicata in due riprese, il 21 gennaio e 4 febbraio 1971. Dieci anni dopo, nel gennaio 1981, Playboy pubblicò la lunga intervista di David Sheff, che poi vide la luce integralmente nel 1982 con il titolo All We Are Saying. In Italia la prima è uscita con White Star, la seconda con Einaudi.

Sono due letture imprescindibili, scorrevoli ed emozionanti come poche, che fotografano due diversi Lennon – due dei tanti. Il primo, rabbioso e rude al termine della lenta agonia beatlesiana e all’indomani della primal therapy con Arthur Janov; il secondo in un periodo positivo, dopo cinque anni casalinghi con Sean, in ripartenza con l’imminente uscita di Double Fantasy. Due Lennon differenti, ma in entrambi i casi emerge il John che amiamo: paranoico ma lucido, estremo sia nella schiettezza che nell’autostima, consapevole della sua aggressività (ma a suo dire non ancora pronto per dichiararla tutta) e per questo pacifista. Il tutto all’insegna di una brutale onestà.