Solitamente non mi rileggo. Facevo così anche durante i tanti anni passati in radio: non mi riascoltavo. Troppo imbarazzo, troppa voglia di rifare tutto, molta insoddisfazione. Sicuramente è un errore, ma sapere che anche tanti musicisti non riascoltano più i loro dischi mi consola.
Non avevo riletto il libro CSI, anche per mancanza di tempo: dall’aprile del 2024, dalla sua uscita, tra presentazioni, scritture e altri impegni, vita e lavoro mi hanno portato altrove. Fino a venerdì mattina, quando in aeroporto ho deciso di interrompere Bianciardi e di aprire la copia di rappresentanza che mi porto sempre dietro. Tra attesa, decollo, volo e atterraggio mi sono riletto. CSI allo specchio: emozione, incazzature passeggere per un po’ di cose che avrei potuto scrivere meglio – in ristampa provvederò – ma molta soddisfazione. Anche per questo l’ultima presentazione (per ultima intendo definitiva, finale, stop) è stata davvero bella: sentita, partecipata, appassionata, piena di interesse da parte del pubblico.
Edizione invernale di Pedras et Sonus diretta da Zoe Pia, Biblioteca Comunale di Mogoro, Luca Manunza eccellente moderatore, una splendida scoperta anche per le connessioni napoletane che mi ha rivelato e per Cabudanne De Sos Poetas; ciliegina sulla torta Francesco Magnelli, sempre generoso e disponibile. Non è agevole presentare un libro con uno dei protagonisti a pochi centimetri di distanza. Grazie ancora al pubblico e all’organizzazione per la presenza e la curiosità, una marcia in più in terra sarda.











