‘Crush Of Night’ degli Izz su Audio Review
Un mio pezzo su Crush Of Night, il nuovo disco degli americani Izz, è sul numero 339 del mensile Audio Review, gennaio 2013.
Un mio pezzo su Crush Of Night, il nuovo disco degli americani Izz, è sul numero 339 del mensile Audio Review, gennaio 2013.
Come ogni anno, sul numero di gennaio del mensile Jam, ogni redattore è invitato a compilare una propria lista di cinque album preferiti.
Un concept album strumentale? Idea originale vista l’assenza di uno spunto narrativo che faccia da collante testuale. La proposta arriva dai douBt, formazione della scuderia Moojune attesa al varco dopo l’ottimo esordio “Never Pet A Burning Dog”. Per il debutto del 2010 il trio si chiuse negli Electromantic Studios di
Se dovessimo cercare una “next big country” della musica “altra”, questa sarebbe sicuramente l’Indonesia. In particolare in campo progressive/fusion, la nazione di Giacarta ha offerto nel corso degli anni numerose realtà di notevole interesse, rimaste nascoste e scoperte solo da pochi appassionati sparsi in tutto il mondo. Pensiamo a nomi
“Asymmetrical dance music”. Considerata l’ambiziosa geometria dei brani, il gioco bizzarro ma rigoroso di linee, curve e strati sonori, infine la “scientifica” varietà di rumori che dà il titolo all’opera, sembra strano che Samuel Hallkvist abbia usato come parola d’ordine per il suo nuovo disco il concetto di dance asimmetrica.
Durante questo mese di dicembre 2012 ho inaugurato una nuova collaborazione: mi occupo di progressive e dintorni per la storica testata Audio Review.
Quando si vive nella musica, quando la propria vita è scandita dalle uscite discografiche e dai concerti, può capitare che una reunion o un comeback scatenino strani meccanismi spaziotemporali. Un nuovo disco degli Echolyn, “la” formazione progressive dell’ultimo ventennio, ha questo potere, soprattutto dopo sette anni di silenzio. Era il
Una mia recensione di Tales from the mothership, il doppio live dei Jefferson Starship, sul mensile Jam, numero di dicembre 2012.
A differenza di altri generi o correnti, lo space rock – come il doom, lo stoner e certo indie – ha geneticamente impressa in sè una staticità di fondo. Basta pensare alle discografie di band pur leggendarie come Hawkwind e Ozric Tentacles per capire quanto possa essere limitato tale schema.
Un mio pezzo su The Afterman: Ascension, il nuovo album di Coheed & Cambria, è sul mensile Jam, numero di novembre 2012.