Occhi di vitru.
Ho appena ricevuto un disco magico, che ha avuto l’immediato potere di farmi cadere in un ricordo antico, insondato perché confinato nel profondo.
Avellino, carcere Borbonico, sarà stato il 2003. Sicuramente estate. Uno di quei concerti di altre epoche, quando si usciva senza meta e ci si imbatteva in due signori con la barba del tempo, stesso sangue e stessa voce arcaica, isole e mari e tragitti.
Manzamà attraversa le memorie e ospita anche nomi tanto cari: Battiato, Marco Betta, Giovanni Sollima.
Costellazioni e idiomi.