Inferno.
Ricordo una scena.
L’antiquario Kazanian è con Rose Elliott nel suo negozietto e le dice, allusivo ma grave: “L’unico grande mistero della vita è che essa è governata unicamente da gente morta”.
Spesso i film di Dario Argento hanno notevoli buchi narrativi, ma quelle falle sono lanci subliminali per smuovere, in chiave surreale, certe energie latenti. Questa è la lettura che ho sempre dato, ma non mi spiegava bene quell’affermazione. Una possibile risposta è giunta da Jung, via Sonu Shamdasani: i morti sono infinitamente più numerosi e più potenti dei vivi; ci impongono non soltanto la loro costituzione fisica, ma anche i loro pensieri.
Chissà quando capiremo nel profondo la persistenza di , che non è più dallo scorso maggio ma che è ancora nel pensiero di tanti. Avrò l’onore di raccontarne qualcuno domani sera all’Auditorium San Francesco di Campi Salentina, soprattutto ascolteremo le sue musiche nella reinvenzione di Gianluca Milanese, Antonio Ancora e Alessandro Casciaro. Over and over again.