Confucio al suo discepolo: l’apprendimento senza meditazione sull’appreso è vano.

Apprendere meditando sull’appreso non è solo un concetto di durata, una tenace pressione nel tempo; come la vitamina c che fissa il ferro assistita dal sole. È anche un cogliere con la coda dell’occhio e dell’orecchio ciò che accade, essere nell’accadimento per non disperdere la scintilla, col piede piantato nel futuro per avvistarne l’impronta. È un comprendere la prima volta mentre si forma e si fa manifesta.

Ieri in Fondazione G. Romano sono accadute cose.
È stato il primo mercoledì culturale in presenza dopo un biennio di distanza digitale. Il portone era aperto.
Sul versante individuale, come tale irrilevante, è stato il mio primo evento da socio.
È stata la prima conduzione in loco di Raffaele Calvanese, che è immerso nella musica ma bagnato al punto giusto per incalzare con punti di vista nuovi, benedetti perché stimolanti per le intrusioni a gamba tesa del pubblico.

Stasera il nastro rosa sarà a Napoli, in buona compagnia partenopea alla Ubik, Palazzo Venezia.
Domani Piombino, torno a casa.