Si torna sempre a casa. Soprattutto quando hai una vita disseminata di case.
Come sa bene il signor Trenitalia, che conosce i miei tragitti irregolari dell’ultimo ventennio, ho pochi rapporti con il mio territorio. Proprio mio non è, essendo un meticcio picentino/monferrino occasionalmente infiltrato nel Sannio, ma è il campo base dove si pianificano le battaglie da condurre negli infiniti altrove quotidiani.
Nel 2016 qui ricevetti il Premio Marzani, al quale penso spesso perché la motivazione – “la Parola legata ai ritmi misteriosi dell’anima, come di un canto che si fa memoria, ascolto, emozione, come di un sogno che si incarna nella Storia” – mi è cara e familiare; costitutiva, direi. Stamane, nel giorno del Solstizio, Enzo Parziale, presidente dell’Associazione Campania Europa Mediterraneo, ha voluto coinvolgermi nel comitato scientifico del Premio. Ne sono onorato.
Negli anni abbiamo costruito eventi pregevoli insieme, da Battisti al rock anni ’60, ora sarebbe bello esplorare, a piccoli e meditati passi, il mondo di musiche e immagini nell’antico e contemporaneo bacino mediterraneo. Un unico grande territorio di dimore senza binari, arrivi e partenze.