Tremoli lontani, crotali striscianti.
Ieri sera ho riascoltato Howlin’ Mercy di John Campbell. Pezzi come Down in a hole sono porte spalancate sugli inferi. Non quelli fuoco fiamme e diavolacci di certo metal stereotipato. Il vocione da orco del povero John raccontava di ferite antiche, buio profondo, demoni laceranti. Il blues.

Gli ascolti a piedi o in macchina dopo una serata in radio sono da sempre rivelatori.

La vita è una sequenza di lutti da elaborare.

Sarebbe cosa sana stabilire buone relazioni, anche con gli inferi. Anche con chi li popola.

Passa Ringo, passa Bob, passa Jeff Lynne, passa Elton John.
George resta solo, spalle al muro, occhi chiusi, un loto.