Durante questi ultimi fuochi di permanenza nella Tana del Lungo Passaggio ho tanto atteso un libro.
Avevo visto il fogliettino del corriere ma del pacchetto non vi era traccia. Da nessuna parte.
Lo ricomprerò, pensavo, ma sotto sotto pensavo ancora di più che avrei posticipato l’acquisto: quando salta la connessione tra desiderio, opera e tempo, quando volere e creare non si allineano, gli astri non sono propizi e ci si volge altrove.

Stamane ho pensato all’ultimo disco ascoltato nel 2022, Journey In Satchidananda di Alice Coltrane ossia arpe celesti e bassi del sottomondo in cammino con gli dèi. Album sigillo di un anno di morti e rinascite. Chiudere e riaprire. Desideravo battezzare il 2023 con un libro nuovo e così, mentre cercavo le scope e gli strofinacci nell’armadietto esterno, ho scoperto il pacchetto. Ficcato lì sopra chissà quando e da chi.

Quando un musicista cambia nove vite e sogna dieci blues, allora pagine e inchiostro sanno di ripartenza.