Non avevo mai pensato di fare radio. Non era contemplato nell’orizzonte di eventi che credevo avessero fatto la loro prossima apparizione nella mia vita. Preferivo e preferisco scrivere, affidare alle dita e agli occhi i miei pensieri. A dire il vero non sono mai stato neanche un grande ascoltatore radio: la mia missione – conoscere tutta la musica esistente, in particolare quella incarnata nella sacra ipostasi 33 giri/cd – non poteva certo passare per qualche deejay. Missione che perdura e che mi vede devoto allo ieratico gesto del collocare il vinile sul piatto o dell’inserire il cd nel lettore, ma mai nell’affidare alla infida modulazione di frequenza la scelta del mio godimento sonoro.

Unica eccezione: le serate tra fine anni ’80 e inizio anni ’90 dedicate a Italia Metallica e Metal Invasion. Ogni domenica sera, sulle frequenze di Antenna Benevento International, il leggendario Benedetto Gallucci conduceva questo doppio programma dedicato al metal, con un’introduzione tutta italiana e il grosso della pappa per il cervello aperto al mondo intero. Metal per tutti i gusti e da tutte le stagioni senza distinzione di genere, sconfinando tra punk, progressive e hard rock senza inibizioni. Indimenticabile Benedetto. A te ho affidato la mia totale disponibilità a lasciarmi rovinare addosso quintalate di power chors, mitragliate di riff e sparatorie di assoli nelle tristi e amare ultime ore di libertà della domenica sera. Non so che fine tu abbia fatto ma la tua opinabile pronuncia inglese, la erre tra il moscio e l’impotente, la totale assenza di voce impostata con “hey hey hey” tipo speaker figaccione anni ’80 ti fecero diventare simpatico, delizioso, formativo, imperdibile. Anzi di più: un mito. Chissà perchè, dentro di me ti immaginavo come il nipote di Don Gallucci dei Kingsmen e Touch vestito da barbaro stile Manowar. Quando oggi mi capita di ascoltare l’aria fritta e malsana di Assante & Castaldo su Radio Capital rimpiango Metal Invasion: pochi concetti e sano metallo al centro.

Dal 2007 faccio radio. Chi l’avrebbe mai detto? Cinque anni di onorata conduzione di Rock City Nights sulle gloriose frequenze di Radio Città BN. Non so cosa mi riserverà il futuro ma sento che con il direttore Mario La Monaca – esimio tra gli esimi, fighissimo erga omnes – ci sarà ancora molto da fare. In questi cinque anni di RCN non ho mai pensato di migliorare la mia “non voce” studiando dizione, impostando il diaframma e roba del genere. Un po’ perchè sono pigro, un po’ perchè vorrei dare alla musica che trasmetto il giusto spazio di spontaneità, trasparenza, passione. Spesso me la sento la voce che trema, che resta in gola, che si emoziona. E tante volte mi torna alla mente l’urlo lancinante di Ian Gillan in Strange Kind Of Woman attaccato al pezzone dei Tygers Of Pan-Tang che faceva da sigla a Metal Invasion. E dopo quella sigla, caro Benedetto, ero tutto tuo.

P.S.

Negli ultimi tempi il direttore Mario La Monaca – egregio tra gli egregi etc. etc. – ed io abbiamo aperto la radio ai concerti. RCB Live Series è un tentativo di sperimentare concertini unplugged in diretta con audio e video streaming in radio. La tecnologia ci assiste, ogni giovedì sera un’ora di live senza trucchi e senza inganni va in onda sia in FM che in web, con tanto di tripla inquadratura via webcam e registrazione poi disponibile on line. Roba figa my friends. Giovedì scorso abbiamo avuto Fadà, giovane ed eccentrico cantautore che, insieme alle migliaia di musicisti che ascolto, recensisco e trasmetto in radio, mi ha insegnato ancora una volta una cosa: c’è tanta passione nell’underground, davvero tanta. Durante il suo live me lo guardavo, con un misto di ammirazione, paterna apprensione e sincera curiosità.