La donazione presuppone l’alterità.
Donante e donatario.
Quando si fa un regalo a se stessi chi dona a chi?
Me lo chiedo spesso nei periodi di auto-regalini che mi fanno stare bene. E se la chiave di lettura fosse celata in quel benessere? Troppo semplice, perché troppo consolatorio.
Presuppone la transizione. Il passaggio di un bene. Perdita e acquisizione. Contrappesi in equilibrio, tao della circolarità.
Donarsi qualcosa – una possibilità, un’ora d’aria, un disperdersi nel ventre di una città, un disco mai ascoltato, un nuovo Linus – mi fa pensare alla macchina che siamo.
Fondamentalmente stupida, bisognosa di attenzioni, stupori, stimoli e scoperte. E di ghigni anarchici come quello di Franti. .