Avete presente gli StereoKimono? Ad avere un minimo di confidenza con il “rock psicofonico obliquo” del trio bolognese, un disco come questo vi stupirà. Antonio Severi, in temporanea vacanza dal super trio, si è divertito (nel senso di volgere altrove…) accantonando tuoni, fulmini e tempeste elettriche in favore di un parco chitarre mai ascoltato nella band madre. Chitarra acustica 12 corde, classica e steel guitar

“Sunday Morning” è un ritratto. Quello di copertina, che presenta un uomo sereno e beato su una panchina in un parco fiorito e silenzioso, quello di un chitarrista curioso che si è cimentato con una formula per lui nuova. Concepito in solitudine, quasi uno sfogo talmente fluviale da aver dato vita a numerosissime canzoni tanto da immaginare una trilogia, “Sunday Morning” rivela una “light side” sorprendente ma piacevole. Oltre che ai maestri della chitarra progressive inglese – Anthony Phillips, Steve Hackett, Steve Howe – Severi si avvicina anche a una tradizione americana certo non primitiva alla Robbie Basho: senza esagerare in virtuosismi fini a se stessi, Antonio rievoca ad es. Kottke e De Grassi e realizza un incontro tra due culture.

“Sailing”, “Blinding light”, “Onde” e “Slow train to Tucson” i momenti più ispirati e riusciti di un album che veleggia tra folk, blues, tocchi new age e progressive, ma soprattutto brilla per sensibilità, garbo e lucentezza.

http://www.antonioseveri.com

D.Z.