Giovanni!
Giovanni!
Tocca chiamarlo così, come ai vecchi tempi, perché su da lui il campanello non c’è.
Figuriamoci il citofono.
Provo con il campanaccio della mucca appeso alla porta ma del Ferretti neanche l’ombra.
Siamo piuttosto imbarazzati. Attesi per l’intervista, dunque ancora più perplessi.
Fortuna che un istante dopo arriva una coppia di suoi amici con una focaccia prelibata da consegnargli, tutta per lui:
– C’è Giovanni?
– Pare di no, ma qui non c’è il campanello…
– Ah ma basta chiamarlo: Giovanni! Giovanni!
Un paio di vociate con la mano vicino alla bocca tipo megafono naturale e Giovanni si materializza. Focaccia consegnata e amici andati via, un caffè corretto con sambuca per rimettersi in forma dopo i lavori in stalla, due convenevoli e si sale.
Una lunga, generosa, appassionata conversazione, con la quale inauguriamo l’autunno del Giornale dei Libri.
Perché di libri abbiamo parlato, in particolare di Casa d’Altri di Silvio D’Arzo, la nuova edizione Aliberti con la prefazione di Giovanni, ritratto in copertina con Scampato. Ma anche di Battiato, Buddha e Berselli, del ritorno dei CSI. Dei militari e del generale degli alpini fan dei CCCP, del chiudersi in casa e del voler morire sul palco.
Un’intervista, come ha scritto Francesco Aliberti, da leggere con rispetto, come si entra in casa d’altri.
ph. Rosaria Aragiusto



