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The Rhythm Method (diary): 1 agosto

In tempi diversi, con passi diversi, ho fatto ritorno alle terre degli avi. Incrociando settentrione e meridione, con compagni di viaggio o in solitudine iniziatica, ho percorso un cammino nelle memorie. Nel mio ultimo libro c’è una triplice dedica: a chi diede vita; alla genesi arcana della potenza; all’ossatura volatile

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The Rhythm Method (diary): 31 luglio

Tra le tante, forse troppe, parole e locuzioni che detesto, c’è mammo. Fa la sua figura speciale accanto alle odiate resilienza, particolare, tanta roba – se poi vengono pronunciate con quel gesto malsano delle dita a virgolette divento tollerante come un Ayatollah. Mammo. Che parola. Esiste papà. Semplice, immediata, antica,

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The Rhythm Method (diary): 27 luglio

Con una postazione da tribuna elettorale rock e un’idea di radio show come piace a noi, abbiamo inaugurato la mostra Covergreen alla Stazione Leopolda di Follonica. Grazie a tutti i presenti per la curiosità con la quale hanno seguito il nostro viaggio nel ping pong tra disco music e rock

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The Rhythm Method (diary): 26 luglio

Ultimamente riascolto spesso Badmotorfinger. I riffoni quadrati scaraventati con furia punk riattivano circolazione e pensieri. La rabbia di Slaves & Bulldozers, il trapano implacabile di Jesus Christ Pose. Chirurgia dello scossone, batosta geometrica. Fuori dal suo tempo la musica sana. Stasera parleremo di altro. Con Stefano Calvi abbiamo immaginato un

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The Rhythm Method (diary): 25 luglio

Nei giorni selvatici di lavoro tra rovi e luce, il mio gesto più frequente è stato chiudere gli occhi. Soprattutto da bendato. Less is more, si diceva. Dalla perdita consapevole si riceve la consapevole ricchezza. Chiusi gli occhi, il resto si amplifica. I passi si fanno presenza, avvertimento; la carezza

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The Rhythm Method (diary): 24 luglio

24 agosto 2018. Erano giorni frenetici per Covergreen. Come sempre quando si allestisce una mostra. Quante copertine quella volta. La sala di Palazzo Appiani era un trionfo di colori, di memorie sonore, di sensazioni positive. Nel pomeriggio aprimmo per l’inaugurazione, la sera avrei dialogato con Vittorio per raccontare la sua

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The Rhytym Method (diary): 19 luglio

Sabato sera ho letto lo sconforto negli occhi dell’instancabile Elio Carrozza. Mi serviva uno sgabello alto ma è saltato fuori solo un seggiolino da batterista, così abbiamo optato serenamente per un bel case grande così. Occupava spazio di sbieco, le rotelline erano un po’ traballanti, mi ha dato la sensazione

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The Rhythm Method (diary): 16 luglio

Siamo emozionati. Raccontare il rock degli anni 60 e 70, direzione che abbiamo intrapreso da tempo, ci consente di attraversare una diversa, forse più sicura, storicizzazione. Altro è intraprendere un percorso nei 90. Sono a noi più vicini, alcuni protagonisti dell’epoca sono ancora attivi, vivi e vegeti e saltellanti. Inoltre

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The Rhythm Method (diary): 17 luglio

La solitudine del frammento. Amo gironzolare nel backstage vuoto, tipico dei pomeriggi di attesa prima del soundcheck. Mi piace annusare le tracce delle serate precedenti, stanare le orme pesanti della stanchezza, camminare sulle scie gloriose dei trionfi. Ieri mentre un Luca Aquino solitario soffiava in prova tra tromba e flicorno,

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