Il debutto dei due musicisti per Radici Music tra rock, jazz, improvvisazione, libertà creativa e anni ’70. Partecipano grandi ospiti come Pippo Guarnera, Ivano Zanotti, Massimo Tagliata e molti altri


GETTARE LE BASI
Savelli/Manzi
Radici Music Records
(11 tracce, 45.41)

“In Gettare le basi non abbiamo mai avuto né il problema di cosa suonare, né il problema di cosa parlare. È stato sempre facile fare arte insieme”. Vale più di mille aneddoti la dichiarazione di Alex Savelli, che insieme a Massimo Manzi ha realizzato all’insegna della libertà un disco prezioso come Gettare le basi, album d’esordio della coppia Savelli/Manzi, pubblicato da Radici Music Records. Esordio vero e proprio non è, Alex Savelli e Massimo Manzi sono due personalità storiche della musica italiana che hanno già avuto modo di lavorare insieme, a partire dall’esperienza dei Pelican Milk. Gettare le basi è tuttavia il debutto di un duo anomalo, che immediatamente si propone come artefice di una proposta multistilistica, che attraversa i generi e si nutre di improvvisazione, libertà, istinto ed esperienza.

Il titolo Gettare le basi allude a un ritorno alle radici, alla semplicità, alle basi del fare musica: non a caso l’album è nato in duo, basso e batteria, e solo in un secondo momento Savelli e Manzi hanno deciso di partire da quelle basi per allargarle a ospiti. Amici e colleghi sono intervenuti su canovacci imbastiti con grande freschezza e felling, e Gettare le basi è diventato un disco corale, ampio, con la partecipazione di fior di musicisti come Pippo Guarnera, Ivano Zanotti, Massimo Tagliata, Antonio Stragapede, Carlo Maver, Luca Fattori, Guglielmo Pagnozzi. Come sottolinea Savelli, il tempo è stato dalla loro parte: “abbiamo lasciato decantare e maturare gli eventi senza forzare, aspettando il momento opportuno. Gli ospiti da coinvolgere sono arrivati tutti in maniera fluida, dal momento esatto in cui abbiamo deciso di cominciare a cercare; solo perché avevamo capito, col tempo, che era giusto percorrere quella strada”.

Polistrumentista, produttore e artista, attivo da un trentennio, Alex Savelli ha fondato i Pelican Milk nel 1999, ha lavorato con nomi quali Eddie Kramer, Simon Painter, Paul Chain, David Eserin, Ares Tavolazzi e tanti altri. Negli ultimi anni ha riscosso particolare interesse il progetto prodotto insieme a Danilo Malferrari L’onda, storie italiane di uomini e chitarre (cofanetto libro+cd con prefazione di Francesco Guccini). Massimo Manzi è uno dei più affermati batteristi della scena jazz italiana ed europea: da oltre trent’anni è una delle figure più presenti nelle rassegne musicali, con molte importanti formazioni anche di respiro internazionale. Ha collaborato con grandi solisti del jazz come Kenny Wheeler, Pat Metheny, Phil Woods, Massimo Urbani, Gianni Basso, ma anche Antonella Ruggiero, Ian Anderson, Stefano Bollani, Gino Paoli. Gettare le basi nasce dal comune amore per il grande rock anni ’60 e ’70, un imprinting di gioventù per Manzi (non a caso batterista della storica formazione rock-jazz degli Agorà), un linguaggio praticato senza schemi per Savelli: il risultato è un lavoro che si dirige in aree come il jazz-rock e il progressive ma anche il funk e il doom, l’elettronica, senza prevedibili adesioni a canoni ma con grande libertà artistica.

Come sostengono i due, “un terzo composizione e due terzi improvvisazione, riff scritti mesi prima della session di registrazione poi abbandonati e ripresi senza metronomo proprio per gettare basi il più vere e live possibile, dopodiché molto spazio ha avuto l’improvvisazione per non perdere in verità e freschezza”. Arricchito l’album con l’intervento degli ospiti – da una delle massime autorità dell’organo Hammond, Pippo Guarnera, a Ivano Zanotti, nuovo batterista di Ligabue, passando per Massimo Tagliata, notissimo fisarmonicista e pianista jazz – Gettare le basi è diventato un’esperienza d’ascolto, più che un semplice disco. La riprova è nell’assenza di titoli dei brani, allo scopo di invitare l’ascoltatore a rispondere con la stessa libertà: “è stata una scelta di produzione importante nata dalla riflessione che troppo spesso i titoli sono inutili, inappropriati o fuorvianti.Sono qualcosa di superfluo per un lavoro che vuole dare spazio all’istinto ed alla libertà espressiva… di qui la parola all’ascoltatore che forse meglio di noi potrà trovare un titolo giusto”.

Savelli/Manzi:
https://savellimanzi.bandcamp.com/releases

Radici Music:
http://www.radicimusicrecords.it/

Synpress44:
http://www.synpress44.com