Ieri riascoltavo le produzioni Almendra Music.
Sound stretching dal battito del martelletto all’onda pulsante. Semi di corde e orizzonti di fuoco, respiro degli dèi.
Modern-classical, lo nominavamo. Terminologia è egemonia, ma cade dinanzi a un concetto-pietra angolare: suono dell’accoglienza, condivisione del silenzio, senza paura. Amo questo plot ricorrente. Il suono elastico che diventa immagine. Percorso materico.

Domani sarò a Sacile per un nuovo evento della Settimana della Cultura. Si intitola Il mio canto libero: breve viaggio attraverso la storia e le immagini della musica e della gioventù italiana negli anni ’60 e ’70. Con Renato Portolan affronteremo proprio questo: i valori che hanno alimentato la cultura rock e che hanno plasmato un immaginario attraverso le copertine. Politica, spiritualità, arte, viaggio fisico e mentale, itinerari intergenerazionali. Dalla zampa di elefante al volo cosmico. Dalle corde elettriche ai cortei fiammeggianti.