Che grande sfida. Consegnare alla contemporaneità – volgare, convulsa, desacralizzata – un’opera d’arte che superi il contingente, che si affranchi dai condizionamenti di un consumo musicale parcellizzato e “liquido”, che ribadisca un ideale forte. Quello di un rock progressivo puro, orgoglioso del suo alto profilo e anche dei suoi difetti genetici. Il nuovo disco dei Kotebel nasce proprio con questi obiettivi, magari non dichiarati ma sicuramente sentiti da Carlos Plaza Vegas e compagni.

Con cinque dischi all’attivo, la formazione spagnola si è ritagliata uno spazio considerevole nel panorama progressive internazionale: come gli Enid, gli ELP, i Renaissance, i Kotebel hanno cercato di definire un’ipotesi di rock sinfonico moderno e i loro album, visti come parti di un grande polittico, rivelano in pieno questa fisionomia statuaria. A tre anni di distanza da “Ouroboros” tornano con l’ambizioso “Concerto for piano and electric ensemble”, scritto dal tastierista Plaza e registrato dal vivo lo scorso settembre. Un lavoro imponente su cd e Dvd che rompe – altro che “Thick as a brick 2” – con la prassi del retro-prog e con il continuo occhieggiare all’epoca d’oro, offrendo uno scenario nuovo e tradizionalista al tempo stesso.

Il concerto per piano e orchestra (Mozart, Schumann, Chaikovskij, Rachmaninov) non è stato un modulo molto gettonato in epoca prog, fatta eccezione per il “piano concerto” di Emerson: i Kotebel lo utilizzano con disinvoltura e rispetto, creando un panorama non nuovo dal punto di vista sintattico ma eccellente nelle combinazioni e nel risultato. I Kotebel e la pianista Adriana Plaza al pianoforte in un ideale concerto grosso in quattro movimenti che si candida immediatamente a “must” per i cultori del rock sinfonico: la sua lunga durata metterà a dura prova chi “consuma” la musica più che ascoltarla ma il fascino dell’insieme, il susseguirsi dinamico e accattivante delle parti, gli strappi e lo splendore dell’“Adagio maestoso” d’apertura meritano grande attenzione.

Tra King Crimson, Banco, After Crying e Isildurs Bane, i Kotebel sfoderano una composizione in linea con la loro storia, alla quale aggiungono tre inediti di analogo valore legati a una durata breve, a maggiore concisione e al recupero di una vivace componente jazz-rock (vedi “The Flight of Hyppogrif”). Una splendida realtà i Kotebel, capaci di ribadire ancora una volta il senso del progressive contemporaneo.

http://www.kotebel.com

D.Z.