Chi fa questo mestiere ha un piccolo grande privilegio.
Conquistato sul campo, meritato, ma è pur sempre un privilegio: quello di poter incontrare persone di cultura, arte e spettacolo difficili da stanare, spesso inavvicinabili.
Negli ultimi tempi ho incontrato tante volte Massimo Zamboni: l’ho ascoltato negli spazi casalinghi tra pietra e intimità, nel perimetro creativo dello studio, negli sconfinati cammini tra cime, pianori e boschi. In uno di questi, in Val D’Asta, tempo fa Massimo si imbattè una pietra. Una lapide, che lo ha portato altrove. Lo ha condotto a Pregate per ea, il suo libro da poco uscito, che ho finito nei giorni scorsi proprio quando Massimo era a pranzo con Giovanni Lindo Ferretti, Giorgio Canali, Francesco Magnelli, Gianni Maroccolo e Ginevra Di Marco a Cerreto.
Inevitabile parlare con lui di questo vago ma promettente ritorno dei CSI ma anche del nuovo lavoro per Einaudi.
Oggi la nostra chiacchierata sul Giornale dei Libri, buona lettura.



