Le radio libere, il movimento, il personale è politico, l’ala creativa, l’ultima spiaggia per la nuova canzone rock, Aldo Moro, Peppino Impastato. Amo i dischi-documenti storici, proprio come Arcimboldo, uscito nell’autunno del 1978. Senza slogan, senza cronache in diretta ma con umanità e ironia, Ricky Gianco offriva la sua testimonianza da un periodo ribollente; proprio come stavano facendo Claudio Lolli, Gianfranco Manfredi, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, ma anche Gaznevada e Skiantos.
Sarà un onore stasera intervistarlo per la decima edizione di Covergreen, per ascoltare il suo ricordo e i suoi classici, con una voce senza età e il supporto alla chitarra di Stefano Covri.
In dieci anni di Covergreen abbiamo provato a ricostruire la storia di una parte della musica italiana – e della cultura popolare del nostro Paese – attraverso il format delle conversazioni-concerto. Mi vengono in mente tantissimi ospiti che abbiamo avuto, da Franz Di Cioccio e Patrick Djivas della PFM a Riccardo Bertoncelli, da Patrizio Fariselli degli Area e Lino Vairetti degli Osanna a Alberto Fortis e Carlo Massarini. Ricky Gianco simboleggia una ideale chiusura del cerchio: con lui faremo un tuffo nel passato remoto, quello del primo rock ‘n’ roll arrivato in Italia alla fine degli anni ’50, per arrivare alla custodia della memoria nel presente.
Vi aspettiamo alle 21.30 alla Rocchetta in Piazza Bovio, ma prima di arrivare fermatevi pochi metri prima in Palazzo Appiani per la nostra storica mostra di copertine di vinili, con tante chicche. Musica da guardare.