Lunga vita al metallo italiano. A differenza del progressive anni ’70, nato e cresciuto in pompa magna grazie a un contesto storico e sociale più favorevole all’ingresso del rock d’oltremanica (ma anche all’unicità di formazioni inimitabili come PFM, Banco, Area, Orme, Osanna etc.), l’heavy metal tricolore ha avuto maggiori difficoltà di affermazione, non ha goduto di ampi spazi mediatici, ha sofferto il progressivo decadimento dell’industria discografica, e naturalmente si è scontrato con una cultura musicale nazionale poco disposta alle sonorità più aggressive e taglienti dell’hard. Questa riflessione accomuna tre testi pubblicati da Crac Edizioni, casa editrice indipendente anconetana che, insieme alla milanese Tsunami, sta costruendo un catalogo ad hoc, dedicato proprio alle varie declinazioni del metallo italiano, con un occhio di riguardo all’apparato iconografico. Skanners, The Black e Vanadium i tre nomi in questione, per tre testi “ufficiali” che, se letti insieme, forniscono una panoramica molto interessante ed esauriente sullo stato di salute del rock duro in Italia tra anni ’80 e ’90.

Indubbiamente il nome di punta sono i Vanadium, raccontati da Luca Fassina in Vanadium. La biografia ufficiale. L’autore però sceglie di farsi da parte, di restare dietro le quinte, per mettere in prima fila una nutrita messe di testimonianze inedite: quelle dei membri della band, dei roadies, degli addetti ai lavori che nel corso degli anni hanno incrociato la loro attività con quella del blasonato gruppo milanese, autentica istituzione del rock italiano anni ’80. Ed è proprio Milano la protagonista del libro: luogo di incontro e di scontro tra Pino Scotto e colleghi, città che non ha sofferto in maniera drammatica l’arrivo del riflusso musicale provando invece a garantire una sorta di continuità, come dimostra il trait d’union tra i punk rockers Kaos Rock e i Vanadium, ovvero il Centro Sociale Santa Marta.

The Black e Skanners si sono mossi invece in ambienti di provincia, rispettivamente Pescosansonesco (PE) e Oltrirasco (BZ): eppure, caratteristica frequente nella storia del rock italiano, proprio le località fuori dai giri ufficiali hanno stimolato i musicisti a dare il meglio e ad affrancarsi dal provincialismo. Il doom guru abruzzese e gli alfieri denim & leather altoatesini (“i Saxon italiani”!) hanno potuto sviluppare la propria direzione e raggiungere risultati importanti proprio grazie a tale contesto: ovviamente non hanno ottenuto la visibilità dei Vanadium ma ancora oggi sono ricordati per la cifra stilistica e le peculiarità. Una personalità artistica come Mario “The Black” Di Donato rende il libro su di lui estremamente stimolante: il rapporto tra pittura, religiosità arcaica e dark rock lo rende un unicum nel panorama nazionale. Quella degli Skanners invece è una vicenda prettamente musicale: non a caso è allegato al libro un DVD che rafforza il percorso di memoria a loro dedicato.

www.edizionicrac.blogspot.it

D.z.