Un concept album metaforico e inquieto pubblicato da Luminol Records. Il disco d’esordio del collettivo fondato dal chitarrista rivisita la grande tradizione progressive anni ’70
PHIL SELVINI & THE MIND WARP
T.E.T.R.U.S.
(Luminol Records, 2025)
5 tracce | 56.42 min.
“Durante la pandemia, venni a contatto con un fumettista. Il concept che avevo in mente per la copertina del mio primo album era un mostro dai toni apparentemente apocalittici, dispensatore di odio e distruzione. Dopo anni di lavoro, il mostro ha acquisito anche un nome proprio: T.E.T.R.U.S. Si tratta in realtà di un acronimo bizzarro ma pieno di significati e metafore. Le parole che lo compongono sono state considerate nel tempo come ideali in cui credere, quasi come dei “comandamenti” che il mostro perseguirà e cercherà di tramandare ai popoli futuri che abiteranno la terra. Sembrano termini scollegati fra loro, eppure ascoltando i brani del disco si può percepirne l’essenza e lo stato d’animo del mostro che è in ognuno di noi:
T: Time
E: Eternal
T: Try
R: Redemption
U: Unique
S: Shine
Luminol Records è lieta di pubblicare T.E.T.R.U.S., l’album d’esordio di Phil Selvini & The Mind Warp, una nuova uscita della post-progressive label milanese che torna alle origini con un disco pienamente calato nell’estetica e nelle sonorità della tradizione progressive. Compositore, autore, cantante, chitarrista, sognatore: Phil Selvini definisce la sua produzione artistica come un concentrato di progressive rock classicamente anni ’70, tra soluzioni malinconiche e tratti d’autore, con largo uso di organi, synths e mellotron, strutture complicate e canzoni dalla lunga durata. Influenzato dal sound dei King Crimson, Genesis, Yes, Pink Floyd, Radiohead, con la fondazione dei Mind Warp Phil Selvini ha raggiunto l’obiettivo di poter guidare un collettivo capace di riprodurre e riarrangiare le sue canzoni. Questa realtà é rappresentata come un’entità, un contenitore di emozioni, la fusione e la contrapposizione di idee, l’ordine e il disordine, il caos più tempestoso e la quiete più solenne, la mente estranea al corpo.
In To Make Ends Meet l’alienazione e il controllo di massa, il consumismo e il conformismo vuoto sono i principali temi. Il ritmo è nervoso, l’atmosfera a tratti inquietante e sognante allo stesso tempo, evocano immagini di persone vuote in cerca di un leader, come pecore che hanno bisogno di un pastore. Chi osa ribellarsi alle regole è considerato un folle da una società conservatrice, avida e popolata da uomini schizofrenici. L’introspettiva e malinconica Riding In The Fog ricorda, di tanto in tanto, i Pink Floyd con le sue melodie ascendenti e passaggi evocativi danno qui forma a un fantasma insonne e silenzioso che cavalca tra le colline in una notte nebbiosa. The Last 48 Hours e la suite The Mind Warp sono in qualche modo collegate, raccontano le emozioni che si possono provare a causa della perdita di una persona amata. Dolore, lutto, delirio, ombre minacciose e la sensazione interiore di freddo che può trasmettere una casa vuota. Ma qui la casa di marmo può anche essere intesa come una metafora della tomba, e l’atmosfera generale di questi due ultimi brani è quella di un’elegia toccante e sincera.
Phil Selvini & The Mind Warp:
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