Oltre vent’anni fa, con il mio antico maestro di giornalismo immaginammo la creazione di un nuovo magazine. Buttammo giù idee su idee per cover story e approfondimenti vari, e il primo che mi venne in mente di intervistare fu Manuel Göttsching.

All’epoca ascoltavo a ripetizione Inventions For Electric Guitar, rispondevo con devozione a quel delirio mistico fatto di corde ed elettricità, un gioco di specchi e rimbalzi tanto godurioso quanto illusorio. Se non ricordo male in quel periodo era anche uscito il live giapponese degli Ashra e c’era in ballo un disco in coppia con Klaus Schulze, insomma era doveroso agganciare il leader degli Ash Ra Tempel, che rispose in tempi persino brevi.

Facemmo delle belle conversazioni che non hanno mai visto la luce, così come non nacque mai il magazine tanto desiderato. Aprire con uno speciale su un grande innovatore sarebbe stato un bel colpo. La sua storia di musicista proiettato verso il futuro – vedi l’influenza assoluta del “caso” E2-E4 – è trascorsa come un lungo cammino attraverso varie dimensioni, tutte nel profondo oceano della coscienza.

Addio Manuel, riascolto in tuo onore il concerto elettronico per Murnau.