Le copertine sono porte. Ingressi su mondi. Per quanto obsoleta, l’idea del disco-esperienza è ancora seducente. L’immagine è il primo passo, la vista il primo senso stuzzicato, poi travolto dal suono e riconquistato in concerto. Sinestesie.

A Lucio Battisti è mancata la parte live, dunque album come Amore e non amore o Anima Latina non hanno conosciuto una componente decisiva per il viaggio in musica. Dai Genesis ai Radiohead, il rapporto cover-solco-palco ha rafforzato il concetto totalizzante, ha perfezionato il ciclo sensoriale.

Nei prossimi giorni avrò tre incontri ai quali tengo molto, il cui filo conduttore sarà la copertina.
Giovedì 19 torno a Piombino (LI) per un appuntamento Covergreen sull’immaginario visivo di Lucio Battisti: saremo in un luogo chiuso dunque chi è interessato può scrivermi in privato.
Venerdì 20 mi tuffo nell’abbraccio speciale delle terre materne: Cibrario libreria illustrata nella mia ACQUI TERME (AL) in compagnia di Angelo Arata.
Sabato 21 gran finale al Salone Internazionale del Libro di Torino con Claudio Petronella.
In tutti e tre i casi parleremo del nuovo libro Un nastro rosa a Abbey Road e della nuova collana Musiche Moderne di Pacini Editore, curata insieme a Marco Masoni.

Nessuna copertina è stata maltrattata per la realizzazione di questo autoscatto – complesso e travagliato ma completamente cover friendly.