Sarò ripetitivo, ma la cosa più emozionante degli storytelling con Michele Cortese è l’attenzione del pubblico. A volte non si sente volare una mosca. Non credo sia dovuto alla nostra bravura. E’ vero che dopo anni di mestiere conosciamo i trucchetti ma c’è qualcosa di più sottile, più profondo, che si muove. Raccontare e reinventare cinque cantautori storici significa stimolare l’immaginario individuale, alimentare il patrimonio emotivo.

Nelle due ultime serate toscane Michele ed io non abbiamo fatto altro che creare un circolo con il pubblico: al centro le canzoni di Dalla, Battiato, De André, Graziani e Battisti. A entrambi è tornata sul palco, con il calore di un’onda, una speciale gratitudine, in particolare nel racconto e nella interpretazione di Ivan.
Nelle sue canzoni vediamo, tocchiamo, storie e persone. Impressionisti della musica, mi diceva Alberto Fortis a proposito di Battisti e Beatles: con Ivan ancora di più.
Marta io ti ricordo così, il tuo sorriso e i tuoi capelli fermi come il lago.

Grazie a Stefano Taddei, sempre presente con il suo obiettivo blues.