L’affinità con le cose di cui parlava Jung scaturiva dall’incertezza e dalla solitudine. Negli anni 80 si era soli anche in compagnia e si scappava. Qualcuno preferiva l’ago, qualcuno la pista, altri il tubo, o il sogno. Io avevo la fortuna di giocare altrove, in giri fittissimi di scambio nastri. Cassettine epiche che salvavano la vita. Ma davvero: il triplo Lotus dei Santana schierati in big band da guerriglia mistica mi rimescolò letteralmente le cellule.

A tanti anni di distanza mi diverte ancora ricordare la cassetta di Caravanserai. Il lato A mi fu registrato incompleto, su una Sony da 45 non entrava tutto: solo con il cd scoprii che All The Love Of The Universe non finiva spezzata in modo così brusco, sconsiderato, spiritualmente illogico. Ogni volta che riascolto il brano per intero assaporo la scoperta del flamencone magico finale, ignorato per anni.

Lo stesso senso gioioso e panico di scoperta del cielo stamane. Un cielo immane di nuvole che espandevano la piattezza, flying south towards my new hometown, gomma su asfalto poi metallo su rotaia poi passo su pietra. Ho visto, a distanza esatta di un chilometro l’uno dall’altro, tre gatti immobili nella campagna appena falciata. Stessa posizione rigida, stesso sguardo, stesso isolamento. Tre sfingi ritte a protezione della terra. Misteriose assi geofeline.

Questo libro-evento è un’altra scoperta. Gathering of tribes, si diceva ai tempi d’oro dei raduni alla ricerca di altri piani di coscienza; happening of images, si potrebbe dire per The Beatles Illustrated Lyrics. Alan Aldridge pubblicò la prima edizione nel 1969 per MacDonald, due anni dopo arrivò il secondo volume, nel 1990 la ristampa in un unico tomo. Io possiedo questo hardback del 1998, edito da Little, Brown & Co. ma stampato e rilegato in Italia (Lego).
C’erano tutti: Eduardo Paolozzi, Milton Glaser, Art Kane, Rick Griffin, Michael McInnerney, Tadanori Yokoo, Stanley Mouse, Patrick and many more. Il canzoniere beatlesiano commentato per immagini: simposio psichedelico.