Il buddhismo e le ciacione.

Le parole sono importanti. Credo sia uno dei più sottili insegnamenti del buddhismo, che non pratico da militante ma che seguo alla distanza giusta per simpatizzare, per non farmi travolgere dalla furia tontolona della tifoseria – quella sì, una piaga. Il buddhismo sottolinea l’intensità della sequenza pensiero-parola-azione. Le parole sono importanti, tuonava Nanni Moretti anzi Michele Apicella in Palombella Rossa. Attingiamo al linguaggio in nostro possesso, ampio o striminzito che sia, per rivelare il sentire e il pensare. Un vocabolo, denso di intonazione, caricato di gestualità, di volumi o di reticenza, può tanto accarezzare quanto ferire. In ogni caso rivela le nostre radici, il nostro orizzonte, il nostro immaginario, ciò che siamo.

Anni fa, in un lungo e afoso trenone che sfrecciando nella notte adriatica doveva portarmi a Trieste, mi ritrovai in carrozza con tre giovani ciacione più la mamma, voluminosa anch’ella. Stavamo strettini, il calore espandeva l’ingombro del carnaio, amplificava tutta quella massa boterica vociante. Una delle signorine corpulente – ciccione è un termine banale, benchè pertinente; curvy all’epoca non si usava ancora, per fortuna – si alzò lentissimamente e bofonchiò: «Mamma torno subito in gabbia. Aè, volevo dire cabina».

Quanta verità c’è in un lapsus, quanti veli cadono grazie a una parola incontrollata. La cabina di un treno vissuta come gabbia, l’incapacità di una convivenza con l’altro da sè in uno spazio ridotto, la percezione della cattività. Le parole sono importanti. Così come i suoni. Ci si immerge nelle une e negli altri per prepararsi: i tre giorni prima e i tre giorni dopo il punto iniziale dell’Emendamento delle Cose Guaste (I Ching, esagramma 18).
Se n’è accorto il mio amico Paolo Tocco qualche giorno fa quando ha curiosato nello studiolo, fotografandomi nel gesto più consueto, tic tac delle dita sulla tastiera. È di sera che comincia l’avventura di un nuovo testo, è con l’immersione nell’oceano dell’ascolto e della vista che parte la scrittura. A settembre l’emersione con un libro bianco per Aliberti.