Nei miei ricordi di adolescente elettrico Pino Scotto coincide con una voce grande così e il maglio metallico dei Vanadium di metà anni ’80. E con una domanda: chissà perché solo sull’etichetta del vinile belga di A Race With The Devil – non sull’edizione italiana Durium – c’era scritto “This album is dedicated to all the rockers all the world”.

Tutto quello che è venuto dopo, forse con l’eccezione dei Fire Trails, non ha mai catturato il mio interesse, figuriamoci poi il suo ruolo da demagogo televisivo volgarotto e con simpatie politiche irritanti. Però è un personaggio coerente con sé stesso, cresciuto a pane e blues, ed è anche nato l’11 ottobre come me, ma a naso direi che è una Bilancia piuttosto anomala.

La sua vita, il suo pensiero e tanti aneddoti succulenti sono nel libro di Massimo Villa per Il Castello, oggi al centro dell’intervista del mercoledì su Jam.
Buona lettura col cuore rock.

Il cuore rock di Pino Scotto