Quando la vidi, nella mia preistoria orobica, uscire dal teatro, aveva pelliccia e colbacco, gli spartiti sotto al braccio. Una diva del cinema muto.

Anni dopo, quando la intervistai all’uscita di Weekend – pop angelico anch’esso fuori dal tempo -, ci demmo del lei per tutta la chiacchierata. Conversazioni aristocratiche con un’immaginaria tazza di tè.

Ieri al Teatro Savoia ancora una volta ha cantato dall’empireo.
Gran finale di Poietika con il ricordo, anzi la presenza tanto aerea quanto materica, di Franco Battiato.

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