La disciplina della parola, dice qualcuno.
Diamo peso al verbo.
Negli Apoftegmi Spartani Plutarco assegna al sofista l’idea che la parola sia la cosa più potente che ci sia, e al re Agide la risposta lapidaria: Ma allora quando tu stai zitto non vali niente…
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Ho sempre detestato – neanche tanto cordialmente – i Pooh. La musica, la poetica, il sorriso bamboleggiante. Salvo al massimo qualche canzone seria tipo Ascolta o, andando più indietro, Chi fermerà la musica. La ricordo da bambino, pop-rock scalpitante che abbinavo – sarà stato lo stesso periodo – all’exploit metropolitano della PFM di Quartiere 8. Troppo poco per salvare i quattro dall’inferno dei musicanti.

E’ bastata però una parola, anzi una sequenza tenace di concetti, a correggere la spietata impostazione antirobydodired. Il libro di Andrea Pedrinelli è stato utile. Da giornalista appassionato ma competente, che ha unito il rigore dello storico all’entusiasmo del cultore, Pedrinelli mi ha convinto a rileggere i Pooh.

Potere alla parola: la nostra lunga conversazione su Jam.
https://www.jamtv.it/primo-piano/il-grande-libro-dei-pooh-colloquio-con-andrea-pedrinelli