Per un genere saturo e poco creativo come il progressive metal, oggi più che sull'inventiva tocca concentrarsi sull'interpretazione: le proposte più interessanti arrivano infatti da quei gruppi che provano a rileggere con sincerità quanto detto dai maestri, mettendoci qualcosa di proprio, di originale, di imprevisto. I Mindwork ci provano, in un secondo lavoro che sconta ingenuità e prevedibilità ma non lesina qualche intervento convincente.

Il trio ceco, che debuttò nel 2009 con “Into the swirl”, ipotizza un metal prog composto da serrati excursus alternative-thrash da un lato e dall'altro sprazzi art-rock dal sapore floydiano, in una sorta di matrimonio tra Mars Volta e Believe, Voivod e Pink Floyd. “Perceiving the reality” e “The stream of causality” sono i brani-manifesto di “Eterea”, “Causality” e “Enthusiastic waves” gli episodi più legati a lunghezze e dinamiche di ispirazione progressive.

Se al trio riesce bene il dosaggio di diverse atmosfere in un clima sonoro cangiante e mutevole che va dal gothic rock ai Fates Warning, la personalità stenta ancora a venire fuori. Attendiamo il terzo disco.

http://mindwork.bandcamp.com

D.Z.