Un giorno scriverò un libro sulle train song, da One After 909 a Midnight Special. Ne ho accumulate tante nel corso degli anni e sono una colonna sonora costante, pleonastica – ascoltare in treno la canzone che parla del treno – ma rassicurante.
Credo di non aver mai trascorso una settimana senza essere andato da qualche parte. Viaggio per lavoro e per amore, quel “per” è motivo e destinazione, verso/universo, circolo. L’essenzialità della rotaia. Si indugia in malinconie non essenziali, ricordava Calvino, perché ci manca l’essenziale accanto a noi. Così ascoltiamo, riascoltiamo, andate e ritorni.
Who, Genesis, Pink Floyd, Lucio Battisti, Yes, Claudio Rocchi, Lucio Dalla e tanti altri protagonisti del 1971 saranno al centro dell’incontro di stasera a San Vincenzo, il primo di una succulenta cinque giorni in Val di Cornia, nel nuovo programma di Covergreen prima del gran finale a Piombino il 2 e 3 settembre.
Una train song che mi garba tanto è Casey Jones dei Grateful Dead. Peccato sia del 1970. Ci sarebbe anche Jack Straw, che compare in Europe 72 – lo scarpone che attraversa l’arcobaleno, ora in cuffia – ma risale al 71. Stasera toccherà farla ascoltare.
[Grazie al Tirreno + M. Pierulivo]