
The Rhythm Method (diary): 1 maggio
Negli anni ’50 e ’60 il mio glorioso nonno socialista indossava il garofano rosso sul taschino. Primo maggio acquese, una stella scioperante che rotola fino a sud. Buona festa del lavoro.
Negli anni ’50 e ’60 il mio glorioso nonno socialista indossava il garofano rosso sul taschino. Primo maggio acquese, una stella scioperante che rotola fino a sud. Buona festa del lavoro.
Stavo facendo delle ricerchine su Sir Peter Blake ed è spuntato fuori The Dazzle Alphabet. Serigrafia in edizione limitata, un centinaio di copie, 2017; ArtRepublic ha venduto con gioia i 25 costosetti boxset laminati in oro e argento. Ogni lettera dell’alfabeto policromo misura 21 x 29.7. Chissà perchè la A
25 aprile. Una questione privata, affare personale: radici, sangue, famiglia, memoria. Un rito individuale, respiro collettivo, universale. Riletture. Buona liberazione.
Mudra Sounds VI. Gurdjieff ha sfidato l’uomo moderno. “Tu dimentichi, non hai memoria, dimentichi. Devi ripetere, ripetere, ripetere. Non hai potere di concentrazione”. Lo ha invitato alla Presenza, all’Attenzione, al ricordo di sè. Evidentemente Monsieur Georges Ivanovič – che la sapeva lunga ma era figlio del suo tempo, delle sue
Sâdhana e Dharma. La bellezza è lo splendore del vero (Frithjof Schuon). Quando ci si immerge negli apicali abissi dello spirituale nella vita e nell’arte, si emerge gioiosamente frastornati. Il disordine si condensa in struttura, lo sguardo si fissa in circolare accoglienza. Allora l’alto è nel basso, l’umido nel secco,
Per noi signorini di buone maniere e modi garbati è impossibile non amare i postacci. Il motivo non è tanto l’attrazione per il diverso quanto l’assenza di aspettative. Al postaccio non interessa da quale clan provieni e come sei vestito, non preme che tu faccia il passaparola stiloso per selezionare
Il vuoto non è veramente vuoto, perché è il regno della Via autentica, affermava Huang-Po. Anche le copertine vuote sono piene. Quadrati magici, Sator sonori, veicoli mnemonici. Mi stavo chiedendo perché non ho mai staccato da Automatic l’osceno bollino Siae e il tondino esclamativo Nice Price. Sarà un fatto di
Chi dice che l’identità è carne, umori, pulsione. Chi dice che è anima, intelletto, idea. Chi dice che il segreto è togliere, smontare, eliminare. Chi dice che no, il segreto è mettere, rimontare, aggiungere. Chi propugna rivoluzioni e barricate. Chi propone reclame e desiderio. Conta su di me. Non contare
Il 5 aprile 1997 Allen Ginsberg ci lasciava scoprendo altre forme, visitando altri piani dell’essere. Una sua poesia del 1954, Song, scritta a San José, tradotta in Italia dalla Pivano. Parola che musica coppie di passi nella notte rossa, svuotata. Sotto il fardello della solitudine, diceva, il peso che portiamo
Adoro il conservatorismo anacronistico – forse no: siamo pur sempre in Italia – della Settimana Enigmistica. Emerge in maniera incontrollata tra le definizioni dei cruciverba, anche quelli per solutori più che abili, quel tipo di bestie mentali come me che si addentrano vogliosi nei meandri della parola. L’uso del corsivo