In qualche vangelo gnostico si parla di grande turbamento dei vasi, alcuni vuoti, alcuni pieni, alcuni diritti, alcuni rovesciati. L’ascolto di un disco importante – impatto e esperienza – provoca un analogo scossone: rovescia, riempie e svuota.
Gli amici di Covergreen mi hanno chiesto di raccontare i miei dischi del cuore. Sono tanti, forse troppi, ma questo è uno di quei casi in cui il troppo non stroppia; benedetto eccesso. Sono gli album che travolgono, entrano dentro e daldidentro ti spingono e plasmano, per questo diventano del cuore – il come e il perchè coinvolgano anche il resto delle frattaglie lo racconteremo nel prossimo episodio. Porterò i miei preferiti, che guarda un po’ sono fatti col cloruro di polivinile, il materiale del cuore.
Ci vedremo domenica 5 dicembre, alle 16.30, nella Biblioteca Calandra di San Vincenzo (LI): un pomeriggio dal microsolco al cuore.