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The Rhythm Method (diary): 11 marzo

Tra le piccole grandi soddisfazioni di questo mestiere fatto forse troppo silenziosamente – ma la manovalanza è lavoro da backstage, da ombra e misteri del dietro le quinte – ho la preziosa collaborazione con AMS Records. Da qualche anno la combattiva indie-label milanese ha intrecciato una bella partnership con Cinevox,

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The Rhythm Method (diary): 1 marzo

“Su quel periodo dei CSI ho detto tutto il dicibile ma proviamo”. Immagino faccia freschino a Carpineti, immagino il mio interlocutore seduto al telefono, caminetto acceso in lontananza, gatto sulle ginocchia. Per Massimo Zamboni questo è un atteso fine settimana dopo i furori berlinesi di qualche giorno fa, e capisco

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The Rhythm Method (diary): 27 febbraio

Quando si vive nella bellezza con la spinta inesauribile della passione, quando quella carica di entusiasmo è il carburante per il lavoro, non si pensa alle ultime volte. A quelle pensano gli altri quando ricostruiscono ex post storie, vicende, fatti. Mi ha colpito che le ultime due volte di Ernesto

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The Rhythm Method (diary): 19 febbraio

Cecina. Sabato pomeriggio di tepore e aria di mare. Il fumo del sigaro disperso tra i raggi di un sole quasi primaverile. Un paio d’ore con Gianni Maroccolo, spremuto dalle domande ma rilassato, con un grande onestà intellettuale, proprio come nella conversazione dell’anno scorso a Covergreen. Ci sono tanti uomini

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The Rhythm Method (diary): 15 febbraio

“Ero un lettore accanito, leggevo voracemente e poi rileggevo con più calma. Da quando ho cominciato a scrivere il tempo per la lettura è diminuito e la quotidianità – la casa, i cavalli – ha fatto il resto. Così, grosso modo dal primo lockdown, non leggo più. Ho accumulato colonne

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The Rhythm Method (diary): 8 febbraio

Ogni anno, in questi giorni, si spalanca un buco nero vorace che azzera tutto: bellezza, eleganza, stile, intelligenza, misura, qualità. Soprattutto attenzione. Tant’è che quasi ogni altra notizia artistica, culturale e musicale viene respinta da questo nuvolone di gomma volgare. Ho appena ricevuto un libro che attendevo con grande curiosità,

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The Rhythm Method (diary): 1 febbraio

All’alba del 1991 entrò in casa un vinile bianco, con tante immagini in b/n. Gruppo ignoto, titolo stravagante: Solo un folle può sfidare le sue molle. Si chiamavano Vidia, fiorentini, che prendemmo con mio fratello perchè in back cover – sotto le facciate “Oltremare acustico” e “Fucsia elettrico” – campeggiava

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The Rhythm Method (diary): 23 gennaio

Oggigiorno si pubblicano tanti libri. Forse troppi. Cortazar lo aveva preconizzato nella Fine del mondo del fine, 1962: pagine e inchiostro ci sommergeranno. Contribuisco anche io a questa mole di carta quindi dovrei tacere, però una cosa che noto spesso nella saggistica musicale è la scarsa documentazione. A volte mancano

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The Rhythm Method (diary): 20 gennaio

Dei primi CSI mi piacevano tanto le facce. Una diversa dall’altra, musicisti diversi anche in quello. In particolare mi incuriosiva il batterista: capelli lunghi (seriamente lunghi), naso pungente, canotta bianca, odorava di rock duro. All’epoca ascoltavo tanto dal mondo hard & heavy, certe espressioni e un tipo di vestiario rimandavano

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The Rhythm Method (diary): 15 gennaio

Non sempre i tastieristi spippolano e smanettano con smania da protagonisti. Esistono anche musicisti sensibili, che ragionano – e sentono, e suonano – in funzione del brano, che attingono a immaginari e visioni, aprendo nuove porte in chi ascolta. Uno di questi è Francesco Magnelli. Dai Litfiba alle Stazioni Lunari,

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