Si chiamava Gaetano. Credo si chiami ancora così. Il cognome non l’ho mai saputo. Credo di non averlo mai chiesto, ai miei occhi avrebbe avuto un’identità più definita perdendo il suo alone epico e glorioso.
Mezzo milione di scintille e la musica che gira intorno. Una scrittrice per cui nutro grande ammirazione mi ha chiesto di scrivere la prefazione per il suo nuovo libro. Considerato che si tratta di un’autrice che stimo, che impazzisco per l’editore che pubblicherà il testo, che insieme a me è
Ci sono domande che non vorresti ti facessero mai. Sono innumerevoli. Una di queste, tra le più insidiose, è la seguente: “Ma quando scrivi hai un metodo?”. Temibile anche perchè spesso prelude alla seguente, che è la bestia nera delle Minchia Questions: “Che bello scrivere un libro, vorrei farlo anche
‘N’coppa ‘e Surte, Montefusco, h. 19.36. Retro-Jogging-Mania, ovvero: Del Panegirico della Sgambata.
Campiglia Marittima, ore 9.35. Stazione triste assolata deserta, direbbe Lindo Ferretti. Ci mancan solo le balle che rotolano tipo distesa arsa e sabbiosa dell’Arizona, diobono.
Fasano. 9 giugno 2017, notte fonda, Hotel Sant’Elia. Ho lo zoo di fronte. Come sempre. Anzi, come dal 2008, ma tale è la frequenza fasanese, tali sono le ritualità, l’abitudine e la familiarità, che mi sembra di essere sempre qui. Puntuale, preciso, stabile. Come la selva indistinta di rumori degli
Oggi ho visitato un cimitero. Complice il tran tran di un ingolfato fine settimana, complici le ruote dell’auto malandrine che ci hanno scarrozzato – annusando il nostro smodato bisogno di sospensione – fin su in montagna mentre la pupa implacabile metteva e ferro e fuoco casa dei nonni, ci siamo
Da quando sono entrato nella casa nuova, a pochi chilometri da Benevento, il disco che più di ogni altro la sta riempiendo è Laughing Stock dei Talk Talk. E’ un fatto di magia: è bellissimo sentire come le pareti squadrate e le misure limitate di un appartamento si aprano sconfinate
“I saldi continuano all’interno”. Un giorno dovrò prendermi la briga di scrivere un libro sul magico mondo delle vetrine, delle insegne e di tutto il microcosmo che ruota intorno all’onomastica commerciale. Roba che sfida ogni logica, che supera reale e razionale in un sol colpo, che servirebbe Hegel per decifrare.