Ieri pomeriggio, nel gruppo di studio capitanato da Franz Roberto, si discuteva di un aneddoto piuttosto noto ai cultori di Lucio Battisti, da far risalire a Mogol, il quale lo ha ripetuto spesso.
Nel 1966, Battisti sarebbe stato avvicinato dai produttori dei Beatles, interessati a lanciarlo nel mercato americano, ma Lucio – nonostante il consiglio favorevole di Giulio Rapetti – rifiutò la proposta perchè riteneva eccessivo cedere a costoro il 25% del totale.

E’ un aneddoto che mi ha sempre incuriosito.
In primis, nel 1966 – l’anno del trionfo di Revolver – Lucio era ancora uno sconosciuto, il suo primo 45 giri Per una lira era appena uscito: improbabile un interesse del genere, addirittura verso il mercato americano – perchè non quello inglese? notava giustamente Marco Masoni, vista la connessione battistiana con gli Hollies. E poi, chi sarebbero questi “produttori dei Beatles”? George Martin? Piuttosto inverosimile. Più probabile Dick James per motivi editoriali, o Brian Epstein in veste di manager, anche se sarebbe scomparso nell’estate del 1967.

Insomma una faccenda un po’ strana. Così ho telefonato a Franco Zanetti – battistologo sommo – per avere un suo parere: “Una clamorosa balla di Mogol”, mi ha risposto tagliando corto.

Stamattina, proprio con la firma di Franco, è arrivato il solenne imprimatur di Rockol. Una sintetica ma preziosa recensione al mio libro su E già, che mi particolarmente rende orgoglioso.

https://www.rockol.it/recensioni-musicali/libri/1431/donato-zoppo-scrivi-il-tuo-nome-su-qualcosa-che-vale